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Das Weblog zur Volkskunde des Bankraubs

 

La Rapina in Banca (versione italiana)

Wenn wir der Veroneser Tageszeitung L'Arena (11.8.2006) und ihren (im übrigen bei allen italienischen Zeitungen) berüchtigten Cronaca-Seiten Glauben schenken, hat in den letzten Jahren eine überdurchschnittliche Steigerung der Banküberfälle auf über 39 Prozent gegenüber dem nationalen MIttel von 10 Prozent stattgefunden.

Bei L'Arena werden folgende Zahlen genannt: Demnach sind die meisten Banküberfälle 2005 in den Provinzen Milano ((325), Roma (230), Torino (189), Bologna (167) und Brescia (134) zu verzeichnen gewesen.

UGL-Credito fordert 2006 adäquate Schutzmaßnahmen, die nicht nur das Geld, sondern auch die Angestellten schützen würden:
"La cosa grave, secondo UGL-Credito, è che le banche spendono per la sicurezza, ma 'in modo inadeguato', e soppratuuo, sottolinea il sindacato, per salvaguardare il proprio denaro e non i dipendenti." (L'Arena, 11.8.2006)
Irgendwie kommt das unsereinem bekannt vor. Da wäre dann noch ein Satz zu übersetzen, der sich vermutlich auf die Frage der Banküberfall-Versicherungen beziehen wird:
"In questo contesto conclude Augello ci domandiamo a cosa serva uns osservatorio che costa ale banche 250000 euro all'anno e che, non arginando il fenomeno delle rapine, si limita a elaborare una circolare ogni tre mesi annunciando iiniziative che dovrebbero rappresentare una valida forma di contrasto ain femomeni criminosi ma che si esauriscono in simpatici quanto innocui adesivi per avvisare i rapinatori che la bancha è dotata di sistimei di sorveglianza."

Gleichermaßen monierte die Gewerkschaft Unione Generale del Lavoro (UGL) bereits 2005 für ganz Italien einen Anstieg: "Allarme rapine a livelli altissimi":

"Bologna «+64,9%, Napoli +58,1%, Roma +53,6%, Bari +44,3%. Ed ancora, Brescia +33,7%, Bergamo +27,1%, Verona +15,7%: le rapine in banca segnano una drammatica escalation che fanno salire l'allarme a livelli altissimi». La denuncia arriva dalla segreteria nazionale dell'Ugl Credito che ricorda anche come sia «Milano la
provincia più rapinata d'Italia, con 258 eventi registrati nel 2004, a
dimostrazione di una situazione che interessa tutto il Paese». (UGL-News 127/27.9.2005)

Die Gewerkschaft führt daher am 28. September 2005 in sechs Städten eine Art Anti-Bankraub-Aktionstag mit Kundgebungen durch:
«Preoccupa soprattutto - continuala nota del sindacato - l'incapacità degli Istituti di credito a mettere in campo efficaci sistemi di sicurezza antirapina. Per questo motivo, l'Ugl Credito ha mobilitato le proprie strutture sindacali per una manifestazione che si terrà il prossimo 29 settembre in sei città contemporaneamente:
Milano, Bologna, Imola, Roma, Napoli, Messina. Contestualmente sarà distribuita una Guida antirapina per le aziende di credito curata dal sindacato ». (UGL-News)


Zur aktuellen Situation in Roma

Auf den Webseiten des italienischen "coolclubs" ("Un gruppo di amici, quello della Coolcub, che intende fare del Salento un polo di risonanza nazionale, e non solo, per tutto quello che concerne il pianeta musica") findet sich folgende Besprechung (15.9. 2003) der italienischen Version von "Vabanque"):

La rapina in banca
a cura di Klaus Schönberger
DeriveApprodi 2003

I soldi? Chiedili alla tua banca. Confessate, chi di voi almeno una volta nella vita non ha sognato viaggi nei Caraibi, ville da sogno su spiagge incontaminate, corse mozzafiato a bordo di Ferrari rosse fiammanti, feste dove corrono fiumi e fiumi di champagne francese. E tutto questo finanziato, confessatelo coraggio, ci avete pensato, grazie ad una semplice, poco faticosa anche se leggermente rischiosa forse, piccola, rapida ed efficace azione: una rapina in banca. Neanche se siete un prete o un poliziotto credo che il vostro disappunto in questo momento sia reale e sincero. La rapina in banca da sempre esercita un fascino e una simpatia tutta particolare. È l'unico crimine che non incontra la condanna della società civile. Raramente si riesce a scandalizzarsi di fronte ad un colpo andato a buon fine, senza spargimento di sangue innocente, magari svoltosi in circostanze stravaganti ed originali, magari con un bottino straordinario, magari ai danni di una banca particolarmente grossa e chiacchierata. Sono tanti i motivi che spigano questa innata simpatia del rapinatore di banche e sono tanti i rapinatori che ci hanno fatto sognare, provare invidia e magari innamorare. Chi non ha sognato di essere il Clyde di fianco alla bella Bonnie o viceversa? Quale donna non ha segretamente sognato di incontrare un ladro gentiluomo come Renè Vallanzasca o Horst Fantazzini? E quanti scrittori e cineasti hanno costruito le loro storie fortunate attorno al personaggio di un bel ladro tenebroso e spericolato?
Comunque, per chi voglia saperne di più della rapina in banca, della sua storia, per chi voglia conoscere alcune teorie intorno al crimine più diffuso del mondo, e perché no, per chi voglia apprendere qualche consiglio pratico, è in commercio un simpatico e dettagliatissimo libro edito dalla piccola e militante casa editrice romana DeriveApprodi. Il libro, curato dall'eccentrico professore tedesco Klaus Schönberger è un vero e proprio compendio sulla rapina in banca. Contiene biografie dei principali protagonisti a partire dai primi assalti ai treni portavalori nell'America
del selvaggio west, saggi sociologici ed economici sulle cause, gli effetti e la percezione del reato,ed alcuni racconti in prima persona di rapinatori più o meno famosi.
È una lettura piacevole, un testo accattivante e profondo, che lascia spazio anche al desiderio di rompere con questa società e darsi alla
rapina. E chissà che fra i lettori di questo libro non si nasconda un nuovo Arsenio Lupin. O, meglio ancora e perché no, un nuovo Robin Hood.


Auf "Anzt" (AnarchistNewsService) lesen wir gleichermaßen eine kurze Besprechung:

"La rapina in banca è senza dubbio il crimine più socialmente invidiato. I rapinatori sono, infatti, i criminali più amati e che riscuotono la maggiore simpatia dell'opinione pubblica. Da sempre. Iniziata nell'Europa mercantile, ma diffusasi solo nel selvaggio West americano, la rapina in banca ha una storia lunga e molti protagonisti. Da Bonnie & Clyde a Horst Fantazzini, dalle bank ladies ai Tupamaros, gli innumerevoli furti ai depositi di denaro dimostrano che i soldi piacciono a tutti. In questo libro si troveranno casseforti ripulite, diligenze assaltate, banche svaligiate, furgoni portavalori distrutti. Professionisti del furto con scasso dall'impeccabile fair play e anziane signore che vogliono arrotondare la pensione. Sistemi di sicurezza e allarmi, vie di fuga e nascondigli. Più che la storia di un crimine, La rapina in banca coincide con la storia di un sogno: diventare ricchi senza fatica."

Hier folgen Auszüge aus einer Besprechung eines Buches der Autoren (Emilio Quadrelli) der italienischen Ausgabe von "Vabanque":

Alessandro Dal Lago – Emilio Quadrelli, "La città e le ombre. Crimini, criminali, cittadini", Feltrinelli, 2003, pp. 402, € 20,00

Frutto di un lavoro durato cinque anni (1997-2002), durante i quali sono state intervistate circa quattrocento persone (in larga maggioranza ladri, rapinatori, spacciatori e consumatori di droghe, prostituti/e italiani/e e stranieri/e e i loro clienti, usurai, intermediatori di “affari”, giocatori d’azzardo, ma anche commercianti, gestori di locali pubblici, imprenditori, operatori sociali, membri delle forze di polizia, magistrati) di duecento delle quali il volume accoglie le testimonianze, la ricerca etnografica condotta da Dal Lago e Quadrelli, docenti presso l’Università di Genova, ha avuto come epicentro il capoluogo ligure, ma i risultati ai quali perviene assumono una valenza più generale, potendosi Genova considerare come una città-laboratorio, in quanto anche qui, come nel resto d’Italia, si sono avuti quei mutamenti nella struttura dell’economia, nelle forme di organizzazione e di autorappresentazione di ciò che resta della classe operaia, nelle modalità di gestione ed amministrazione del potere locale, nella gestione dei flussi migratori e della disoccupazione giovanile che si è soliti individuare come elementi caratterizzanti la società postindustriale.
Resi espliciti nell’ampia introduzione i problemi incontrati e i criteri adottati per «narrare l’infamia», il libro si articola in otto capitoli (più un epilogo), ciascuno dei quali ricostruisce con abbondanza di dati e acume interpretativo i protagonisti, i servizi offerti, l’ampiezza, le caratteristiche e l’evoluzione della clientela, le dinamiche interne, il sistema di relazioni instaurate con il mondo legale e l’evoluzione conosciuta nel corso degli anni, di uno specifico «mercato illegale»: i piccoli traffici ai quali da sempre si dedica la malavita tradizionale radicata nei quartieri del centro antico; le «batterie» di rapinatori che nei primi anni Settanta, a Genova come nelle altre aree metropolitane del triangolo industriale, avevano dato vita a forme inedite di criminalità (1) ; il gioco d’azzardo e le scommesse clandestine; l’usura; lo sfruttamento economico degli immigrati clandestini; la prostituzione femminile e quella maschile; le droghe. Completano il volume una quarantina di pagine di note e altre venti di utilissimi e aggiornati riferimenti bibliografici.
Lo scopo della ricerca, come viene esplicitato fin dalle prime pagine del libro, è quello di indagare i rapporti esistenti tra due «mondi» che, pur condividendo i medesimi spazi, appaiono a tutta prima connotati da una radicale alterità: quello “visibile” dei «cittadini» e quello “sotterraneo” dei «criminali». L’ipotesi interpretativa da cui gli autori partono, e che trova conferma al termine del loro lavoro, è invece quella di «una clamorosa discrepanza tra la realtà del crimine […] e la sua rappresentazione prevalente» nei media così come presso le istituzioni e le scienze specialistiche, abituati a considerare il crimine come un affare esclusivo dell’«ombra», del sottosuolo, qualcosa di radicalmente eterogeneo rispetto al mondo della “normalità” e della società legittima, costantemente minacciata, quest’ultima, dal mondo delle tenebre.

(... )

Al termine della loro ricerca, gli autori possono quindi riprendere e meglio precisare l’ipotesi di lavoro da cui erano partiti: «I mercati illegali sono solo in parte di competenza dei criminali. In una misura che varia a seconda dei tipi di mercato, i cittadini accedono ai mercati illegali sfruttando le possibilità che questi offrono. Ma la definizione sociale o stigmatizzazione del crimine li riguarda solo marginalmente. Saranno soprattutto figure “specializzate” passivamente (etichettate a priori) a giocare il ruolo di parte per il tutto e a rappresentare quindi, per l’opinione pubblica e le istituzioni, i mercati illegali e i mondi criminali. Tale rappresentazione sociale contribuisce a modellare l’azione delle istituzioni nei confronti dei mercati illegali e a definirne ambito e dimensioni».

(...)

(1) Per un approfondimento di questo finora poco indagato segmento della storia criminale del nostro paese si veda il contributo di E. Quadrelli nel volume a cura di Klaus Schönberger, La rapina in banca. Storia. Teoria. Pratica, DeriveApprodi 2003, e soprattutto, dello stesso Quadrelli, Andare ai resti. Banditi, rapinatori, guerriglieri nell’Italia degli anni Settanta, DeriveApprodi 2004)

(Italienische) Anarchisten parodieren sich gelegentlich (unfreiwillig) selbst - ein Flugblatt, dass anlässlich der Buchrepräsentation der italienischen Ausgabe von Vabanque in einem Turiner Centro Sociale verteilt wurde (auweia! die entsprechen nun wirklich allen Klischees, die sich im Laufe der Zeit über eine spezielle Sorte von Anarchos angesammelt haben):


[Volantino distribuito alla presentazione del libro al centro sociale "Askatasuna" (Torino), giugno 2003]

LA RAPINA IN TASCA


Come dice un diffuso adagio, "Chi sa fa, chi non sa insegna". In questa briciola di saggezza è già contenuta la ragione per cui i professori sono sempre stati oggetto di scherno e disprezzo. Al di là dei pregi o difetti dei singoli, questa genìa è composta irrimediabilmente da cretini incapaci di comprendere la differenza che intercorre fra un’esperienza di vita ed una materia di studio. Uno di loro, tale Klaus Schonberger, ha da poco pubblicato in Italia un libro intitolato La rapina in banca. Storia. Teoria. Pratica, per conto di una casa editrice di sinistri recuperatori, DeriveApprodi. Come avrete già intuito, Schonberger non è un rapinatore, bensì un cattedratico. Per la precisione un "docente di cultural studies", come ci tiene a specificare. Ciò significa che i soldi che ha nelle proprie tasche non provengono dalla critica pratica alla proprietà privata, ma da una certa pratica di genuflessione e dalla partecipazione all’Accademia di Stato. Per arrotondare lo stipendio, Herr Schonberger non svaligia banche ma organizza "eventi di controcultura". Il fatto che per portare avanti questa anodina attività (un evento, per essere
tale, deve saltare addosso a chi lo vive lasciandogli cicatrici indelebili, altrimenti si tratta solo di una pagliacciata preconfezionata) si sostenga che costui "deruba" banche, è una esilarante prova della cattiva coscienza che dilaga in queste pagine.

Il rapinatore, rischiando la vita e la propria libertà, strappa con la forza il denaro che gli occorre. Il cretino, esibendo il proprio pedigree universitario, chiede un finanziamento per organizzare una performance. Il primo deruba le banche, il secondo viene pagato dalle banche. Capita la differenza? Certo, a questo cretino non si chiede di ripulire casseforti. Dopo tutto, si sta parlando solo di un libro. E per scrivere, si sa, non bisogna saper usare la pistola ma talvolta la penna.

Questione di stile a parte, rimane il fatto che un libro del genere, se non vuole essere una insignificante merce culturale, dovrebbe dare voce alle ragioni dei nemici della proprietà. Compito che va al di là delle possibilità di Schonberger (e degli altri babbei che hanno partecipato alla stesura del libro), il quale forse saprà tenere una penna in mano ma la cui intelligenza striscia rovinosamente sotto i suoi piedi. Ed il problema principale non è tanto l’ignoranza e la superficialità che lo
affliggono (basta scorrere il capitolo dedicato alla cosiddetta "Banda Bonnot" per trovarvi alcuni grossolani errori). Il problema è che, letteralmente, non sa di cosa sta parlando. "Diventare ricchi senza fatica" sarà pure il suo "sogno", nonché quello dei suoi editori, ma di certo non è MAI stato il sogno di molti dei rapinatori che hanno avuto la sventura di destare la sua attenzione. Il cretino è cretino, non sa che esiste un abisso fra l’essere ricchi ed avere tanti soldi. Mesrine, per fare un esempio, non aveva problemi economici ma i ricchi li odiava a morte. Per le mani di Durruti passarono milioni e milioni di pesetas ma lui rimase povero per tutta la vita. Checché se ne dica, i soldi non piacciono affatto a tutti. A molti fanno schifo. Il fatto che siano necessari per la sopravvivenza non significa che sono necessari per la vita. Un ricatto lo si subisce, non lo si ama. Il denaro serve per acquistare merci, ma non può comprare la libertà. Ecco perché un mondo senza denaro è e rimane il sogno più dolce che abbia mai sconvolto l’umanità, un sogno condiviso da molti rapinatori.

Di questo sogno, in questo insulso libro, non c’è praticamente traccia. Solo il suo spettro affiora, qua e là, ma viene subito allontanato dagli esorcismi del cretino. Insomma, si accenna sì a "casseforti ripulite, diligenze assaltate, banche svaligiate, furgoni portavalori distrutti", ma il tutto unicamente per far correre un brivido estetico lungo la schiena piegata dal lavoro dei lettori, i quali sborseranno euro 14,50 per 224 pagine di approssimative ricostruzioni di "crimini" riesumate dalle gazzette prezzolate dell’epoca. Dopo aver "derubato" le banche coi suoi "eventi", riuscirà Herr Schonberger a derubare anche i lettori col suo libro?

Un testo che fa la sua bella figura nel catalogo di DeriveApprodi, casa editrice specializzata nel pubblicare simile spazzatura. Dopo tutto c’è modo e modo per tentare di "diventare ricchi senza fatica", ad esempio c’è chi dà alle stampe testi costruiti a tavolino per conciliare tematiche di “movimento” ed esigenze di mercato. Ce n’è per tutti i gusti: si va dal falso racconto di un Black Bloc (capitalizzando la pubblicità preventiva dei fatti di Genova) al falso libro sulla cuoca di Durruti (che unisce la parodia della gastronomia alla parodia dell’anarchia), passando per il revisionismo storico più becero, quello che fa propria la ragione di Stato (come il libro sulla RAF, L’autunno tedesco, dove ci viene clamorosamente comunicato che nel 1977 Andreas Baader, Gudrun Ensslin e Jan-Carl Raspe "si suicidano in cella" a Stammheim!!!).

Come si vede, si può ben dire che a volte gli autori hanno l’editore che meritano e viceversa (tra cretini e recuperatori c’è una certa intesa). Quanto ai lettori, lasciamo a voi la risposta.

alcuni concittadini di Giuseppe De Luisi
giugno 2003


Das Flugblatt bezieht sich wohl auf folgende Veranstaltungsankündigung:

Giovedì, 19 giu 2003, alle 11:43 Europe/Rome, Giorgio ha scritto:

> L' INFOSHOP SENZA PAZIENZA
> presenta
>
> Venerdì 20 giugno h.21
> Presentazione del libro edito da Derive Approdi
> LA RAPINA IN BANCA Storia Teoria Pratica
> a cura di Klaus Schönberger
> Interverrà Emilio Quadrelli, co-autore del libro
> al Centro sociale Askatasuna
> corso regina margherita 47 torino
> per info: senzapazienza@hotmail.com
>
> La rapina in banca è senza dubbio il crimine più socialmente
> invidiato. I rapinatori sono, infatti, i criminali più amati e che
> riscuotono la maggiore simpatia dell'opinione pubblica. Da sempre.
> Iniziata nell'Europa mercantile, ma diffusasi solo nel selvaggio
> West americano, la rapina in banca ha una storia lunga e molti
> protagonisti.,da Bonnie & Clyde a Horst Fantazzini, dalle bank
> ladies ai Tupamaros, In questo libro si troveranno casseforti
> ripulite, diligenze assaltate,
> banche svaligiate, furgoni portavalori distrutti. Professionisti del
> furto con scasso dall'impeccabile fair play e anziane signore che
> vogliono arrotondare la pensione. Sistemi di sicurezza e allarmi,
> vie di fuga e nascondigli.
> Più che la storia di un crimine, La rapina in banca coincide con la
> storia di un sogno: diventare ricchi senza fatica.
> Klaus Schönberger (1959) è docente di cultural studies. Ha
> organizzato vari eventi di controcultura, per i quali ha "derubato"
> diverse banche. Tuttavia per questo libro non è riuscito a trovare
> alcuno sponsor nel mondo della finanza. Vive e insegna a >Tübingen.

Quarky - Ein Weblog bei Splinder meint zu "La Rapina in Banca":
topic

venerdì, maggio 16, 2003
UN LIBRO PARTICOLARE


Daraufhin entspannte sich eine kurze Diskussion

La Stampa Web, 20.5.2003

"Ilaria Bussoni di Derive Approdi ricapitola un totale di 3400 euro guadagnati alle 17 di ieri e incolpa la recessione: «La gente ha meno soldi e meno voglia di spendere». Il libro che la ragazza ha venduto di più è un volumetto ilare: «La rapina in banca. Storia, teoria, pratica» di Klaus Schoenberger. La più rubata in tutto il Lingotto, Luciana Littizzetto. Della serie, non ci resta che leggere."

rapinabancaa cura di Klaus Schönberger
La rapina in banca
Storia. Teoria. Pratica.
pp. 224
E. 14,50
ISBN 88-87423-96-2

Carmilla - letteratura, immaginario e cultura di opposizione
Klaus Schönberger: LA RAPINA IN BANCA

"E’ altamente sconsigliato aggirarsi con questo libro nelle vicinanze di banche e uffici postali, magari assumendo atteggiamenti ambigui… La Rapina in banca – Storia. Teoria. Pratica a cura di Klaus Schoenberger (ed. Derive/Approdi, pp.220, euro 14,50) è un’approfondita antologia di vari autori che analizzano nel corso dei secoli l’evoluzione e la sociologia del fenomeno rapina."

Continua

Recensione di Daniela Bandini - Pubblicato Giugno 17, 2003

 

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